Riportiamo la bella intervista rilasciata dalla nostra Mary Sbrissa e dal presidente Vittorio Giuriati alla giornalista Anna Madia di Reporter Nuovo.
Tratto da www.reporternuovo.it/2014/04/28/la-favola-delle-lupe-dalla-provincia-alla-serie-a-investendo-nei-talenti-locali
Da queste parti le chiamano Lupe. E non solo per ricordare dove sono cresciute, a San Martino di Lupari, uno dei tanti paesi che riempiono la campagna veneta, in provincia di Padova. Ma anche per la forza, la caparbia con cui giocano.
Ed è così che hanno fatto strada, le ragazze del Fila San Martino. “Crescendo insieme e vincendo sul campo”, come precisa la pivot Maria Luisa Sbrissa. E passando da un piccolo campetto di parrocchia alla serie A1 della pallacanestro femminile: un obiettivo ambizioso, ma riuscito. “Merito della determinazione, della tenacia e di un lavoro di squadra che dura da più di trent’anni”, spiega il presidente Vittorio Giuriati.
E’ il 1 maggio 2013. Le Lupe superano l’ostacolo che manca per raggiungere la massima serie: sconfiggono ai play-off la Pallacanestro Sanga di Milano. Una vittoria che ancora non sembra vera. “Una volta”, racconta Maria Luisa, “quando ero più piccola mi chiesero qual era il mio sogno più grande. Risposi che avrei voluto arrivare in serie A1”. “Ma risposi senza pensare”, continua, “e dicendolo già lo credevo impossibile: perché io in A1 volevo andarci con il San Martino, non passando a un’altra squadra. Oggi, invece, sono qui, ce l’abbiamo fatta e no, non l’avrei mai immaginato”.
Mai, del resto, una realtà sportiva fondata sul volontariato, e che di volontariato per buona parte ancora vive, era arrivata tanto in alto. “Un unicum a livello europeo, forse mondiale”: così lo descrive Sbrissa. “Perché siamo cresciute a San Martino, in un paese che investe prima di tutto nel settore giovanile”. Dove anche lo staff amministrativo lavora per amore dello sport, sei ragazze su dodici vengono dal vivaio delle Lupe (e tante altre dal Veneto), e la capitana, Valentina Stoppa, ha appena concluso la sua ventunesima annata consecutiva in maglia giallonera.
Non c’è solo il campionato, però. “Oltre che giocatrici professioniste”, spiega Maria Luisa, “siamo allenatrici dei piccoli del minibasket. Così, quello che la società ci ha dato noi lo restituiamo a San Martino”. Il volontariato dei primi anni resta dato costante. E il risultato è l’avvicinamento dei piccoli alla pallacanestro, l’interesse del territorio per le imprese delle Lupe. “C’è un enorme ritorno in termini di pubblico”, osserva Sbrissa. “Non solo giovanile: a vederci vengono famiglie intere”. Circa mille persone ogni partita.
E’ quello che i commentatori Rai hanno descritto come “modello San Martino”. La cultura dello sport, quello autentico, che prende piede. Ed è così dall’inizio, da quel lontano 1979 in cui due ragazze del paese, stanche di veder giocare solo i maschi, chiesero a una vecchia gloria del basket locale, Arnaldo Pavan, di mettere in piedi una squadra femminile. Si partì dalla Promozione; poi, nel 1988, l’approdo in serie C2. Successi che si susseguivano l’uno dopo l’altro; ma che richiedevano anche investimenti importanti.
Così, nel 1994, con la serie B arrivò il nuovo palazzetto dello sport. Qualche anno dopo, nel 1999, lo storico “centro giovanile” nato dalla parrocchia e dal volontariato, simbolo eloquente, qui come altrove, del Veneto del dopoguerra, venne trasformato in associazione sportiva vera e propria. Una decisione sofferta, ma necessaria. “La parrocchia aveva le sue logiche. Ma far giocare tutti, e non pensare al compenso di atlete e allenatori, non era più possibile”. E risale a questa fase anche il legame con il principale sponsor, la vicina industria chimica Fila, decisiva per le promozioni dell’ultimo quinquennio.
Il passaggio in serie A2 è nel 2008. Poi viene il tempo di grandi riconoscimenti individuali: Francesca Dotto (ora giocatrice del Lucca) partecipa ai campionati europei under 18 del 2010, vinti proprio dalla nazionale italiana, mentre l’allenatore, Jacopo Lodde, risulta miglior coach della serie. E nel 2012 la play-maker Giulia Pegoraro è MVP (Most Valuable Player) della stagione. Sono conferme continue della qualità del lavoro svolto. Dalle atlete, ma anche dalla società.
Ora il campionato con le più forti d’Italia, sotto la guida di Gianluca “Larry” Abignente, allenatore dal 2012. Una soddisfazione enorme, ma anche una sfida difficile. “Per una società piccola come la nostra”, spiega ancora Maria Luisa Sbrissa, “confrontarsi con le grandi squadre, quasi superpotenze, è dura”. Tra i problemi principali, la ricerca di sponsor. “Tanti ci sostengono”, precisa Vittorio Giuriati, “ma più si sale di categoria più sforzi occorrono”. Soprattutto se non si ha alle spalle una struttura complessa come quella di altre squadre. “Loro lavorano come aziende, noi invece siamo ancora il gruppo di amici che eravamo una volta”. “E qualche errore organizzativo quest’anno l’abbiamo fatto“, ammette il presidente. “Per ora, però, l’obiettivo è raggiunto”, puntualizza Sbrissa, “volevamo salvarci senza andare ai play-out. E ce l’abbiamo fatta”.
A dire il vero, le Lupe non si sono soltanto salvate. Si sono dimostrate quasi sempre all’altezza delle avversarie. E dopo un impatto violento con la nuova serie (le sconfitte a Ragusa, La Spezia e Parma) e il primo successo contro il Priolo, hanno terminato la stagione con sette vittorie e la nona posizione. E se anche ai play-off non sono arrivate, e solo per le differenze canestri negli scontri diretti, è comunque un ottimo risultato; a cui si aggiunge la convocazione in Nazionale di due atlete, Emily Correal e Martina Sandri, che parteciperanno alle qualificazioni per gli Europei 2015.
Il merito è prima di tutto di un presidente che ha saputo vedere lontano. Si chiama Francesco Cordiano, ha guidato le Lupe per trent’anni. Ora ha passato il testimone, si gode il suo tempo da pensionato. Ma resta un punto di riferimento per la società. “Lavoriamo ancora come facevamo all’inizio”, spiega il suo storico vice, oggi presidente, Giuriati, “siamo una decina di amici uniti dalla passione”. E con quella passione sono entrati in punta di piedi nella storia del basket femminile: avvicinando i bambini allo sport, coltivando il settore giovanile, scalando le classifiche.