Periodo intenso per l’Under 14 Uniconfort/LB, che include il termine del campionato contro il Cadelfa, “alla grande” direbbe qualcuno (142-18; Badaile 14, Cavalli F. 14, Cavalli C. 28, Buson 33, Salviato 10, Giacomazzi V. 25, Galiazzo 10, Carlesso 8), ma a mio avviso due facce di una medaglia. Da una parte tutte la atlete si sono prese la soddisfazione di portare a segno canestri, dall’altra si è trattato del classico “vincere facile”.
L’inizio invece del nuovo girone mette a dura prova la squadra contro Vicenza, in casa (26-84); partita faticosa, difficile entrare in area. La superiorità dell’avversario chiede sempre di attivare maggiori risorse, che la nostra squadra ancora non ha. Infine nuova partita con il Garda, più combattuta ed equilibrata, conclusa purtroppo in perdita per il San Martino (58-69; Badaile 6, Cavalli F. 17, Cavalli C. 16, Buson 4, Salviato 6, Galiazzo 4, Carlesso 5).
Mi giunge un pensiero su tutto ciò e cioè quello che spesso i giovani, quando fanno qualcosa o partecipano a delle esperienze, a volte pensano alla questione di essere stati o meno bravi, o se sono degli sportivi, se hanno segnato o meno dei punti, se hanno giocato tanto o poco. Questo è normale per una persona in crescita, cioè guardare alla concretezza delle cose. Per essere adulti occorre aggiungere anche la capacità di elevarsi verso la teoria, dove troviamo ad es. una domanda: cosa ho imparato dalla mia esperienza positiva o negativa? Voi care atlete, eseguite le vostre partite archiviandole in un fare della vita quotidiana, o vi lasciano rabbia, tristezza, gioia e apprendimento?
L’aspetto meramente esecutivo della vita, lo svolgimento dei compiti che essa ci assegna, per adempiere soltanto ad un dovere, lascia il vuoto, la noia e rendono il cervello e il cuore arrugginiti, costringendoli a lasciare spazio ad un “grande corpo”, disorientato, perché ha perso o rischia di farlo, il suo capo (il cervello) e la sua vitalità (il cuore). Buona riflessione!
Doriana Pilotto