E’ terminata la stagione della serie C, eliminata al secondo turno dei playoff da Venezia. Una serie che anche al completo sarebbe stata molto complicata da vincere, ma che avremmo voluto e forse potuto onorare meglio di come è stato.
Terminare le partite al palazzetto con una vittoria avrebbe dato un sapore più dolce al nostro campionato, invece quest’ultima partita è stata lo specchio di come siamo. Un gruppo di ragazze che gioca e si batte con coraggio anche contro gente più grossa o più veloce, che saMichele Parolin inventare e creare una bella pallacanestro, ma che ahimè a volte si scorda che il gioco è fare canestro.
Con Venezia zero percento da tre e media comica dai tiri liberi, diremmo brave ma sfortunate, da tre giornata storta dopo l’inutile sbornia di gara1, ma i tiri liberi mandati in discarica sono un peccato grave.

Comunque onore a tutte le nostre, hanno superato assenze infortuni e acciacchi di ogni tipo, caviglie menischi rotule legamenti spalle tibie metacarpi (!!), un trattato di ortopedia più che una squadra da playoff.
Eppure ci siamo arrivate, non tutte sane e non tutte abili, li abbiamo giocati e non solo, il turno vinto in due gare con il Cadelfa e’ certamente il miglior ricordo che lasciamo quest’anno, una fantastica gara1 e una gara2 strappata nel finale ma sempre condotta nel gioco.
Stagione comunque ricca di storie e di momenti emozionanti. I ricordi più belli sono le tre vittorie ai supplementari con Venezia Reyer e Cadelfa che hanno l’impronta della grande squadra che potevamo essere, poi le ignobili cadute con Olimpia e Treviso i buchi neri di quest’anno, ma anche l’eroica gara con Conegliano con più ragazze in tribuna che in campo a giocare.

E le trasferte lunghe corte o lunghissime al seguito dei nostri avventurosi dirigenti Brotto e Scapin, lo Scapin magnifico scoutista e il Brotto geniale capofila nei lunghi e tortuosi viaggi, perle rare la rotonda presa contromano, la piazzola di sosta scambiata per casello e le uscite mancate delle tangenziali, due umanissime persone ingranaggi insostituibile della nostra annuale scampagnata.
Un saluto a tutti, anche al collega col kindle in panchina, acculturato millantatore o futuro intellettualeradicalchiccoach?

Michele Parolin